Oppi Alessandro

Segretario Generale

Nato a Bologna il 27-6-1886, fu figura leggendaria del calcio non solo bolognese. Era socio della Marmugi-Gentili, grande ditta di import-export di prodotti “coloniali”, quando nel 1913 il presidente Minelli gli propose di diventare segretario generale del Bologna. In pratica, di “inventare” di sana pianta l’organizzazione di un club di calcio. Sembrava una follia. Oppi accettò di lasciare la sicurezza della sua azienda e da quel momento divenne “il” Bologna. Tutto era da creare ex novo: l’organizzazione delle trasferte, i rapporti con la stampa, la logistica degli allenamenti, il collegamento tra la società e i giocatori, il servizio di biglietteria per il campo. Instancabile e appassionato, Oppi creò un modello che poi tanti club non solo italiani sarebbero venuti a Bologna a “studiare”. Complice l’impeccabile allestimento della “prima” dello stadio Littoriale nel 1927 e il suo lavoro in occasione degli incontri internazionali, dalla Tournée sudamericana (quindici partite complessive, dal 25 luglio al 14 settembre 1929, in Brasile, Uruguay e Argentina) alla Coppa dell’Europa Centrale, la sua fama valicò i confini. Ne fu prova la medaglia personalizzata che la Fifa gli donò nel 1934 per il suo contributo all’organizzazione del campionato del mondo nella sede bolognese. Con l’avvento di Renato Dall’Ara si creò un binomio di grande affiatamento. Tanto che restò celebre la frase con cui il presidente usava tessere le lodi del suo factotum societario: «Non  avrei vinto tutto quello che ho vinto alla guida del Bologna se non avessi avuto alle  spalle il “mio” Nino». Amico fraterno di allenatori (Arpad Weisz, praticamente vicino di casa in via Valeriani, era costantemente a cena da lui) e giocatori (Eraldo Monzeglio alloggiò per tutto il periodo bolognese nella sconfinata abitazione degli agiati genitori di Oppi), straordinario team manager ante litteram, Oppi  rappresentava anche un inimitabile collante per il gruppo. Memorabili le sfide che organizzava tra i giocatori: quella dell’arbiter elegantiae tra Pitto (famoso per la raccolta di splendide cravatte) e Baldi (maniaco degli abiti ricercati), finita alla pari, come quella delle braciole tra il papà di Monterastelli e quello di Tacconi, entrambi macellai di vaglia, ugualmente terminata con la… divisione della posta. Resse la scena ininterrottamente fino al 13 luglio 1949, quando a Miramare in vacanza fu colpito da un ictus, male per cui all’epoca le cure erano rudimentali se non addirittura controproducenti. Morì il 5 febbraio 1952.

 

E’ sepolto in Certosa: Sala Colombario – Pozzetto n 721

 

Per approfondire:

Video: Francesco Boriani racconta il Bfc1909 degli anni ’20

Video: Corinthians – Bologna, Tournèe in Sud America, 1929

Video: il ricordo di Sansone del Bfc1909 degli anni ’30