Campo della SEF Virtus

Campo della SEF Virtus Bologna Sez. Calcio vide giocare in bianco-azzurro la “Teresina” Giuseppe Muzzioli (1919-23) e Alberto Giordani (1919-24) prima di passare al Bfc1909.

Dagli anni ’30 fino agli anni ’60 fu utilizzato dal Bologna come campo di allenamento delle giovanili e della prima squadra, in alternativa al Littoriale (poi Comunale e Dall’Ara) e all’Antistadio.

Fu utilizzato anche dal “Bologna che tremare il mondo fa…” di Arpad Weisz che abitava al numero 39 della stessa via.

Ecco dove è ubicato il campo della SEF Virtus in una planimetria odierna.

Qui di seguito, due estratti che raccontano le vicende del campo:

LE INIZIATIVE GENIALI NEL MONDO SPORTIVO

da Il Littoriale del 1929

“Bologna, il cui vigile patriottismo sa prestamente tramutare in realtà i progetti anche più ardui, possiede già quel gigantesco “Littoriale” che per ampiezza e importanza potrebbe definirsi la “cattedrale” dei campi sportivi italiani. Ma essa, che fra tutte le città italiane ha sempre tenuto, sul terreno ginnico-atletico, un posto eminente, non era dotata, fino a pochi anni addietro, di altro campo sportivo moderno e completo. Si deve – e gli sportivi bolognesi lo ricordano con viva riconoscenza – all’iniziativa di un cittadino coraggioso se tale lacuna poté essere lodevolmente colmata; e il nome del munifico fautore dello sport ginnico è quello di uno dei più stimati e popolari bolognesi: il comm. Alberto Buriani.

Spetta a Buriani – il quale, pur dedicandosi a notevoli impegni commerciali ed industriali, ha sempre trovato il tempo d’essere un fervido e attivo cultore di sports – il grande merito di aver intuito e preconizzato l’alta importanza dell’educazione sportiva, nell’esistenza dello Stato, fin dai tempi lontani in cui, per incuria d’uomini e inerzia di governi, essa era negletta e tenuta in non cale.

Il Buriani – presidente della più antica associazione ginnastica bolognese, la sempre gloriosa società Virtus – decise in un bell’impeto d’amore e d’indignazione, di costruire a proprie spese un campo sportivo. E così fu fatto.

Acquistato nel 1919 un vasto appezzamento di terreno tra le vie Saragozza e Andrea Costa, il Buriani fece subito iniziare i lavori e li spinse avanti con tanta alacrità che l’anno seguente il Campo Sportivo di Ravone era pronto.

Vasto, moderno, ideato con larghezza di vedute e attuato con signorilità di mezzi, esso è veramente un modello del genere. Un’ampia pista podistica di circa 380 mt. di sviluppo recinge tutta la “pelouse” di oltre 10.000 metri quadrati di superficie; più di 700 metri di muro circondano il campo, e su questo sorgono due grandi tribune coperte e una vastissima tribuna popolare scoperta, nonché un elegante edificio in cui si trovano gli spogliatoi, le docce e tutti i servizi accessori.

L’inaugurazione solenne ebbe luogo nell’autunno del 1920.

Il Campo di Ravone, nella cui vasta “pelouse” trovano comoda sede un campo di foot-ball di ampissima dimensione per le gare internazionali e campi di giuoco per il basket-ball ed il volley-ball si è arricchito nel 1925 – sempre per iniziativa del comm. Buriani ed eliminando un campo per basket-ball – di tre perfetti “courts” da tennis, ai quali altri quattro campi sono stati aggiunti nel 1926, assorbendo il terreno e la villetta vicini, – di proprietà anch’essi del Buriani – dato l’imponente sviluppo preso da questo bel giuoco d’antica origine italiana.

IL GIOCHETTO DEL CAMPO

tratto da “Il Mito della V Nera” 1871-1971 di A. Baraldi e R. Lemmi Gigli

È un consiglio solido quello che fra l’altro affronta concretamente il problema più spinoso, l’acquisto cioè degli impianti di via Valeriani dalla proprietà Buriani. E qui scoppia improvvisa la bomba. Al momento di stendere il contratto, quando tutto è deciso, risulta che il campo è stato “soffiato” il giorno prima da una certa società immobiliare che, guarda caso, fa capo al comm. Dall’Ara presidente del Bologna Football Club e membro egli stesso del consiglio della Virtus. Il poco simpatico contrattempo produce  spiacevoli contrasti in seno alla compagine direttiva nonché incrinature le cui conseguenze si faranno sentire per diverso tempo ancora. Ma ormai non resta che ripiegare su una soluzione di compromesso che non pregiudichi totalmente la disponibilità dell’impianto. E difatti alla Virtus il nuovo proprietario, sollecitato anche dall’intervento della vedova Buriani, riconosce – dietro versamento di un affitto annuo di 640mila lire corrispondenti all’8% di interesse sulla cifra d’acquisto (che è stata di 8 milioni!) – l’uso del campo, che essa però dovrà dividere fra non molto con i calciatori della società rossoblù, sacrificando fra l’altro la palazzina d’ingresso, un tempo spogliatoio dei suoi atleti (relegati ora nello scantinato). In pratica si tratta da questo momento di una Virtus gentilmente ospitata in quella che dal 1921 era la sua casa.

Galleria storica

 

Per approfondire:

ITINERARIO: “I Campi Sportivi del Bologna”

ITINERARIO: “Arpad Weisz a Bologna”